Netta differenza nella comunicazione scelta dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e dal segretario del Partito Democratico Enrico Letta, come nette sono le loro posizioni. È ciò che risulta dall’intervista portata avanti dal Direttore del Corriere della Sera; intervista che avrà un ruolo molto importante nell’identificazione dei cittadini nei propri ideali. Ascoltare le rispettive idee ed osservare il modo in cui queste venivano espresse assume un ruolo chiave; in particolare, l’intervista ha dato la possibilità di recepire quali siano i problemi di un cittadino di sinistra che non si sente rappresentato dal maggior partito a livello nazionale di quell’area lì, e di un cittadino di destra che, a sua volta, non riesce a votare per i partiti di quella fazione presenti alle prossime elezioni. La sinistra negli ultimi anni si è mostrata molto debole sulle applicazioni di strumenti che potessero contare davvero per la nazione dal punto di vista economico. E altresì deboli sembrano, di fatto, i punti presentati da Enrico Letta durante questo dibattito. I cittadini hanno iniziato a perdere fiducia nelle istituzioni guidate dai governi di sinistra, non hanno più visto una credibilità solida che dia speranza davanti ai problemi quotidiani che si sono trovati ad affrontare negli ultimi anni. Si tratta di un dato generale: chi si definisce di sinistra sembra che possa vedere rispecchiate le proprie posizioni esclusivamente in materia di diritti civili. Dall’altra parte, le esposizioni di Giorgia Meloni su incentivi economici e lavoro sembrano più convincenti e decise. Ecco che si cavalca l’onda della situazione di disagio delle famiglie e delle imprese italiane; in tal modo, chi fatica ad arrivare a fine mese si sente più rassicurato, quindi rappresentato, da questo tipo di comunicazione. La determinazione e la fermezza verso temi che riguardano la condizione economica in cui i cittadini vivono, trasmettono una fiducia che induce gli elettori a direzionarsi verso quei partiti. In un’Italia in cui le imprese continuano ad annaspare, le proposte della destra appaiono dunque maggiormente funzionali rispetto a quelle presentate dal Partito Democratico (il cui leader ha menzionato le imprese ben poche volte durante il dibattito). Il distacco fra le posizioni dei due leader è ancora più marcato sui temi dell’immigrazione e dei valori che i partiti riflettono. I punti che si toccano sono molteplici, ma tutti questi hanno lo stesso filo conduttore: individuare gli ideali che sostanzialmente distinguono da sempre la destra politica e la sinistra politica. Credo che il confronto tra Letta e Meloni abbia, alla fine, creato un political compass in cui potersi identificare. E se, soprattutto noi giovani, non riusciamo a ritrovarci rappresentati da una posizione ben chiara, forse per capire a chi dare il nostro prezioso voto dovremmo guardare quale visione del mondo desideriamo maggiormente. Trascurare i valori delle persone che eleggiamo è l’errore più grosso che un cittadino possa commettere. Le istituzioni ci rappresentano ed è giusto riconoscersi in loro; motivo per il quale guardare il proprio posizionamento sotto il filtro dei valori e degli ideali trasmessi dovrebbe prevalere sul credere a tutte le promesse fatte in campagna elettorale in ambito economico. Di fatto, se dal punto di vista economico le promesse fatte in campagna elettorale possono essere più o meno veritiere e rispettate, dal punto di vista dei valori e delle idee ci rendiamo facilmente conto che, per quanto impegno e finzione ci si possa mettere, alla fine si tratta di un qualcosa a cui non ci si può facilmente sottrarre.

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