Potreste aver pensato agli esperimenti nel laboratorio di fisica, o magari il termine vi ha ricordato The social dilemma… Insomma, di che si tratta? In breve, la tendenza delle nostre ideologie politiche a spostarsi progressivamente verso i due estremi, considerando sempre meno le posizioni più moderate. Si potrebbe pensare: gli estremismi sono sempre esistiti! Vero, ma questo fenomeno ha ormai raggiunto proporzioni tali da dover essere considerato in termini di società nel suo complesso: ad esempio, per gli Stati Uniti nel ventennio 1994-2014 è raddoppiata la percentuale di persone dichiaratesi “fortemente conservatrici” (dal 10 al 21%, dati Pew Research).
L’argomento trova una delle sue origini nell’obiettivo tipico dellapolitica: per vincere le elezioni si punta a raggiungere (e convincere!) il maggior numero di persone possibili. A tale scopo, la semplificazione è quasi obbligatoria: se non ci credete, provate a spiegare un concetto difficile a più di tre persone contemporaneamente. Tuttavia, quando questa strategia “tradizionale” viene esacerbata al punto da diventare l’unica scelta efficace, nel lungo termine cosa ne deriva per i cittadini? Nel migliore dei casi, la tendenza ad accettare comportamenti antidemocratici da parte dei nostri rappresentanti, troppo concentrati a detestare il vicino di casa per via delle sue idee politiche, diverse dalle nostre.
Cambiamo contesto e semplifichiamo: immaginate che una persona cerchi costantemente di convincervi che la pizza è l’unico cibo che valga davvero la pena di mangiare e tutti coloro che non la amano andrebbero odiati. In questi termini la follia è evidente,ma tornando all’ambito politico a quanto pare le cose cambiano: avete mai discusso duramente con qualcuno solo perché si parlava di politica, per poi rendervi conto dopo tempo di quanto tutto ciò fosse assurdo ed esagerato? Bene, avete appena acquisito consapevolezza su quanto la polarizzazione incida nei nostri rapporti sociali quotidiani, non soltanto sui risultati elettorali. Inoltre, oggi la “discussione” politica viene svolta principalmente sui social media, strumenti ormai noti per la loro capacità di ingigantire qualsiasi idea venga loro affidata e puntualmente stravolgerla al termine del ciclo di condivisioni e commenti: a questo punto del discorso, capite bene come tutto ciò non faccia altro che incrementare ulteriormente il potenziale deleterio della polarizzazione.
Dulcis in fundo: tra i lati positivi del recente scenario pandemico, sembra esserci un calo della polarizzazione; guardando al solo contesto italiano, la formazione del governo Draghi ha infattirichiesto la collaborazione di forze politiche tra loro molto distanti, a vantaggio della stabilità nazionale e con l’esclusione di quei partiti caratterizzati da valori tendenti agli estremi dello spettro politico. Guardando al futuro: saranno necessari altrieventi nefasti di tale portata per ristabilire un equilibrio ideologico nella cittadinanza, o possiamo sperare in un percorso spontaneo egraduale verso dialogo, confronto e mediazione politica? Fiat iustitia, ne pereat mundus.
Bibliografia