“Jacopo, vuoi scrivere un articolo sul nucleare su Pillole di Politica?”
“Andata”
“Puoi anche valutare di fare una rubrica”
E così anche io sono finito a scrivere qui.
Ci tengo a precisare fin da subito: in quanto studente di scienze politiche ed economia le mie competenze nel settore dell’energia sono limitate: non ho frequentato corsi di fisica nucleare, ingegneria energetica o chimica. Di conseguenza, non posso far altro che basarmi su ciò che viene comunicato dalle Organizzazioni internazionali in merito e sui vari report che ogni anno siamo abituati a leggere o ascoltare.
Il compito che si propone questa serie di articoli è cercare di far luce su un argomento, l’energia, spesso abusato e andare oltre quel “bla bla bla” che sta caratterizzando gli ultimi mesi. Nessuno, né scienziati né attivisti, è immune da pregiudizi, i quali – permettetemi la “battuta” – non fanno altro che inquinare il dibattito. Prima, però, di iniziare a parlare in maniera più approfondita del settore energetico in Europa, delle sfide che il cambiamento climatico ci pone, di come la politica sta cercando (forse invano?) di risolverle, vorrei fare una piccola introduzione ed elencarvi le fonti a cui mi affiderò per la stesura di questa rubrica. Da mesi stiamo assistendo, infatti, alla pubblicazione di centinaia di articoli e podcast, o ad interventi in tv di politici di qualsiasi schieramento esprimersi a riguardo, senza però portare nessun dato a validare ciò che viene scritto o detto. Forse con un po’ di presunzione, voglio provare a spiegare tutto questo nel modo più imparziale possibile.
Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (meglio conosciuto come IPCC)
Creato dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) nel 1988, conta 195 paesi membri. Dal sito, “l’IPCC è l’organismo delle Nazioni Unite che valuta la scienza relativa al cambiamento climatico. È stato creato per fornire ai politici delle valutazioni scientifiche riguardo il cambiamento climatico e i rischi derivanti da esso e proporre delle soluzioni per adattarsi o mitigarne le conseguenze. I report che vengono pubblicati ogni anno sono descrittivi, ma non prescrittivi”. Ovvero, non indicano ai politici quali policies mettere in atto.
Agenzia Internazionale dell’energia (AIE)
L’Agenzia Internazionale dell’Energia è un’organizzazione intergovernativa autonoma con sede a Parigi, creata nel 1974, sulla scia della crisi petrolifera del 1973 per rispondere alle interruzioni fisiche nella fornitura di petrolio. Il suo compito si è via via allargato sino a comprendere anche lo sviluppo di energie più pulite e in rapida crescita come l’energia solare, eolica, i biocarburanti e anche l’energia nucleare. Ogni anno la pubblicazione del World Energy Outlook ci fornisce analisi accurate sull’andamento del mercato energetico e sui suoi futuri sviluppi.
Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (o UNECE)
L’UNECE è una delle cinque commissioni regionali delle Nazioni Unite. È stata creata nel 1947 per promuovere l’integrazione economica in Europa. Tra le sue pubblicazioni ve ne sono molte riguardanti il settore energetico e le energie rinnovabili, che ci aiuteranno nel corso delle prossime settimane a capire meglio di che cosa stiamo parlando.
Molti dati, infine, verranno presi da due dei più conosciuti – almeno dal sottoscritto – siti di statistica: Our World In Data e, ovviamente, Statista.
Nei prossimi articoli parlerò delle varie fonti di energia di cui disponiamo adesso e che al momento sono economicamente sostenibili, del mix energetico mondiale e di alcuni Paesi da prendere come esempio per la decarbonizzazione, di cosa i Paesi all’interno dell’Unione Europea stanno facendo per raggiungere gli obiettivi climatici per il 2030 e per il 2050 e via dicendo.
Come potete immaginare, si tratta di pezzi descrittivi, ma fondamentali per poi capire argomenti via via più complicati.
Per oggi può bastare, dalla prossima volta iniziamo con i dati e con le domande in classe!