Quale ruolo ha l’Europa nel duopolio digitale di Cina e USA?
In notevole ritardo sulle recenti tecnologie digitali, il vecchio Continente rischia problemi significativi in termini di competitività economica e adeguati sistemi di difesa. La causa di questo ritardo è da attribuire a diversi fattori. L’instabilità politica nei singoli Paesi dell’Unione impedisce ai governi in carica di stilare piani ambiziosi con obiettivi di lungo termine e li costringe a ricercare un consenso facile ed immediato. L’eccessiva burocrazia impone lunghi tempi di discussione ed approvazione delle misure. La necessità di accordare i ministri e Capi di Stato di un vasto numero di Paesi, tra loro eterogenei, rallenta il processo riformatore. A questa difficoltà, si aggiunge la dicotomia tra Paesi alleati storici degli USA e Paesi inclini ad approfondire i rapporti con la Cina.
Differentemente da Cina e USA, l’Europa si è dovuta occupare in modo eccessivo dei problemi interni perdendo di vista le sfide per l’economia del futuro. Colmare il divario significherebbe aggiungere €190B all’economia europea secondo le ultime stime della Commissione Europea.
Una soluzione è ancora possibile. La Vicepresidente della Commissione Europea Margrethe Vestager ha delineato nel 2020 un piano incentrato su data protection, cloud computing, 5G, Internet of Things. La priorità è sviluppare un terreno fertile per la nascita in Europa di grandi aziende a livello digitale. Ad ora le big tech americane e le cinesi Huawei e Xiaomi controllano l’intero mercato europeo. Attraverso l’introduzione di una tassazione giusta e condivisa, di regole severe contro l’elusione fiscale, di opportune norme antitrust e di incentivi fiscali, è possibile combattere lo strapotere di queste multinazionali e porre le basi per la nascita della prossima Google o Facebook in Europa.
L’Europa non deve subordinarsi alle altre grandi superpotenze ma gestire da protagonista le sfide future per non rimanere solo ‘un vaso di coccio’.