Il Segretario al Tesoro Statunitense Janet Yellen, già ex Presidente della Federal Reserve – la banca centrale degli USA – ha esposto di recente l’idea di lavorare a fianco dei Paesi del G20 per introdurre una tassazione minima globale sulle grandi imprese.
Perché essa è necessaria?
I fattori produttivi sono due: il capitale e il lavoro. Essi hanno una grande differenza tuttavia. Il capitale è mobile, il lavoro meno. In parole povere, se negli USA scoppia una crisi economica senza precedenti, Bill Gates può rapidamente spostare i suoi investimenti e portarli in uno Stato in cui il rendimento finanziario assicurato è maggiore. Diversamente, John Ross, impiegato al servizio postale di Dallas, non può trasferirsi da un giorno all’altro in un altro Paese per ragioni legate al suo reddito, alla difficoltà di trovare un altro impiego e ad altre di varia natura. John Ross rimarrà estremamente danneggiato dalla crisi economica, Bill Gates invece no.
Lo stesso avviene con le imprese. Facebook, Apple e tante altre multinazionali possono spostare la loro sede fiscale con facilità e in base alla nazione in cui la tassazione è minore. Se Barilla trasferisce la sede fiscale dall’Italia all’Olanda ad esempio, l’Italia non potrà più beneficiare del gettito fiscale derivante dalle tasse pagate da Barilla e per tale ragione dovrà aumentare la tassazione sui lavoratori per colmare la perdita. Sarà inoltre costretta a ridurre la tassazione sul reddito delle imprese per evitare la fuga di altre aziende all’estero.
Questa situazione rappresenta un compromesso al ribasso. I Paesi riducono sempre più le tasse sul reddito delle imprese sperando di attrarre nuovi capitali da tutto il mondo. Più la situazione continua, maggiore sarà la crescita delle diseguaglianze sociali essendo per natura il capitale in mano alle classi sociali ricche e il lavoro in mano a quelle povere.
Un accordo internazionale per una tassazione minima globale è necessario per ridurre questa diseguaglianza crescente ed evitare in futuro una rivoluzione globale dei lavoratori atta a riprendersi quello che è stato sottratto loro dall’avidità cieca delle grandi corporations e la miopia dei governi.
Carlo Giannone